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Dott.ssa Annalisa MANCIN >>
La chirurgia laparoscopica o mininvasiva è una particolare procedura chirurgica che consente di eseguire gli interventi sotto visione diretta di una telecamera che viene collegata ad un’ottica inserita nell’addome del paziente attraverso una piccola incisione, generalmente in prossimità dell’ombelico.
Grazie all’insufflazione di anidride carbonica all’interno della cavità addominale (pneumoperitoneo) viene creato lo spazio necessario per poter intervenire sugli organi con gli strumenti chirurgici che verranno inseriti attraverso incisioni che variano da 0.5 ad 1 .5 cm (in numero variabile da 2 a 4 a seconda del tipo di intervento).
Con questa tecnica è possibile evitare grosse incisioni e minimizzare il “trauma” operatorio. L’intervento più diffuso è l’asportazione della colecisti.
Ad oggi sono stati codificati altri interventi come l’asportazione delle ghiandole surrenali, della milza o dell’appendice ciecale, correzione di ernie iatali. La chirurgia laparoscopica si è anche specializzata in ambito ginecologico ed urologico. Altro spazio lo trova in urgenza nei quadri di peritoniti localizzate soprattutto in regione pelvico-appendicolare.
I vantaggi della chirurgia mininvasiva sono:
- ridotto dolore post-operatorio
- precoce ripresa delle proprie attività
- minore durata della degenza
- miglior risultato estetico
Va sottolineato comunque che la tecnica laparoscopica può non essere applicabile in tutti i casi, dal momento che particolari caratteristiche del paziente o della patologia da operare potrebbero costituire un ostacolo allo svolgimento dell’intervento con tecnica mini-invasiva.
Ogni intervento chirurgico, pertanto, anche se inizia sempre in laparoscopia, presenta comunque la possibilità di un passaggio alla tecnica chirurgica tradizionale (“conversione”).